Una somma di piccole cose

Era da un sacco che non prendevo e scrivevo. Ma quel bel scrivere che piace a me. Quello un po’ riflessivo e di getto.

Ogni tanto quando passo le mie ore a casa davanti al computer (per la precisione dalle 8 di sera alle 1000 di notte), mi piace ascoltare un po’ di musica su Spotify. Cerco di cambiare playlist per vedere se tra tutte le migliaia di miliardi di canzoni riesco a trovare qualcosa che mi piace. E devo dire che qualcosa l’ho trovato.

C’è stato un periodo alle superiori in cui ascoltavo tantissima musica. di merda a dire la verità. Tanto tunz tunz e nulla più. Poi sono maturato un po’ (forse, ma non ne sono del tutto sicuro). Ho iniziato ad apprezzare un po’ del nuovo “cantautorato italiano” (se così mi concedete di chiamarlo). Ovviamente Calcutta, Lo Stato Sociale e i Cani hanno poco di cantautorato, ma tanto disagio che per fortuna mi si addice. Altri cantanti, come Niccolò Fabi invece possono ancora definirsi tali. Ho scoperto questa sua canzone che ultimamente sta viaggiando in loop nelle mie orecchie. È un po’ triste eh, lo ammetto. Ma sono quelle canzoni che ti danno una spinta emotiva immane.

Che poi la spinta emotiva è soggettiva, pensando che al concerto di Brunori Sas mi sono messo a piangere ascoltando Il costume da Torero. È che era tutto così bello e preciso. Era una somma di piccole cose che funzionavano alla perfezione.

Come ogni minuto che abbiamo sprecato
E non ritornerà

Una somma di piccole cose – Niccolò Fabi

Ebbene oggi non vi anticipo nessuna foto inedita qua sul blog, ma ovviamente vi invito a prendere visione di quelle che ho pubblicato su Instagram e Facebook.

Un’altra cosa. Da poco ho iniziato a scrivere degli articoletti per gli amici di Blud.life . Se vi fa piacere vi allego il link per leggere qualche cosa di carino.

Aria di casa vista dal Luche

mandi,

Luche.

 

 

Credi in quello che fai

PREMESSA

Quando leggo le recensioni o post dei miei amici a volte non mi sento all’altezza di quello che devo fare anche io. Scrivono tutti un sacco bene e raccontano le cose alla perfezione. Io non ho questo dono. Sono impulsivo, emotivo, magari anche convulso. Ma alla fine questa è la mia maniera. Ognuno ha la sua. Io ci provo però. Perché magari in tutto questo casino anche io ho la mia da dire.

Hai mai pensato di stampare una foto?

A dire il vero si, l’ho pensato, e tempo fa l’ho pure fatto. Dicono che se non stampi le foto non te le godi a pieno. Beh, hanno ragione. La fotografia su uno schermo te la puoi portare dove vuoi ma allo stesso tempo da nessuna parte, perché fisicamente non esiste. La fotografia digitale è facile, è comoda, è alterabile, è divertente, ma a volte mi chiedo quale sia il limite tra una foto e un’immagine. Per questo, nell’ultimo periodo ho rispolverato alcune vecchie cose, tra cui una polaroid 600 e una Nikon f-601 a rullino.

Questi discorsi spesso e volentieri vengono sorretti dalla preparatissima Sabina ( che potete vedere all’opera nella sua pagina Facebook Baci dalla provincia), la quale mi aiuta, mi consiglia e sa trovare i giusti consigli per non abbattermi troppo.

Come quella sera che mi ha parlato della Saaldigital e dei suoi Fotoquadri.

Ultimamente mi sto mettendo un sacco in gioco nelle varie cose che incrocio o che vedo in giro. Per cui carico di stima ho compilato il form e inviato all’azienda. Nell’arco di una giornata hanno acconsentito a darmi un buono per stampare una mia foto.

La cosa bella è che la foto da stampare te la prepari tu con il loro software (semplicissimo per me che nemmeno so usare Lightroom e nemmeno ce l’ho installato sul Mac… giuro).
Una volta selezionato il materiale su cui stampare, la dimensione e il tipo di supporto, fai click e nel giro di qualche giorno dalla Germania ti arriva il tuo bel pacco a casa.

Fin dall’inizio mi ha incuriosito la stampa sull’Allumino Dibond, quindi ho provato questo materiale che devo dire conferisce una nitidezza fantastica alla fotografia.

La bellezza di questo materiale è che è molto resistente e stabile.

La foto che ho selezionato per la stampa mi piaceva soprattutto per i colori, che in fase di stampa sono rimasti tali. Una cosa che mi piace di questo fotoquadro è il tatto. Sembrerà stupido, ma toccandolo si percepiscono le diverse sfumature di colore, di materiale fotografato. L’acqua sembra così leggera, i massi grezzi e gli alberi fanno da contorno, come è giusto che sia.

La bellezza della stampa è anche questo. Unire la vista al tatto (o altri sensi sia chiaro) per completare ancora di più la sensazione e le emozioni che il luogo è in grado di darti.

Ringrazio quindi ancora una volta SaalDigital per questo suo regalo e vi faccio vedere come l’ho contestualizzata alla mia maniera.

saaldigital