Il mio viaggio nelle “Philippines” – part 2

La partenza è stata relativamente facile. Aeroporto, attese, voli. 

Nessun problema. La cosa assurda è che sto passando quasi un giorno intero in un aereo. 

Sono partito alle ore 15:50 (ora italiana) da Venezia, sto per atterrare a Dubai dopo 6 ore di volo. Farò uno scalo di 3 ore e poi rimarrò in aria quasi 10 ore. 

Mai fatto niente di simile. 

Non so cosa aspettarmi, non so cosa immaginare. 

Sto andando in avanti in “folle”. Lascio che le cose attorno a me accadano e io ne prendo parte. 

La cosa figa del primo volo è il posto finestrino. 

Tramonto pazzesco. Luna riflessa sull’ala dell’aereo e le luci di Dubai dall’alto. 

Ovviamente una foto scattata con il telefono non rende.

Mai visto niente di simile. 

Mi rendo conto da solo che viaggio poco, troppo poco.

Sono atterrato a Dubai. L’aeroporto è immenso. 

Sono stato 20 minuti per passare 2 gate e basta. 

Non capisco con che valuta sono i prezzi nei negozi e nelle macchinette.

Sono cosí scemo che non prendo niente. Non ho fame al momento (sugli aerei emirates danno abbastanza da mangiare ad essere sinceri).

I bagni sono molto meglio di certi che ho visto a Udine e c’è un sacco di gente che lavora alle 2 di notte di sabato nei negozi.

Sto per salire sul secondo e lunghissimo volo e penso: “Sarà divertente dormire in questi aerei.”

Talmente divertente che non ho dormito, ma mi sono visto tipo 10 ore di film in inglese (ovviamente).

Atterro a Clark (un paese al nord di Manila con ha un grande aeroporto internazionale) che ormai è sera. Sono le 19:50 (le 13:50 in Italia) e io sono totalmente sballato. Esco con un trolley e due zaini (maledetta la volta che mi sono portato tutta quella roba). Quello che mi trovo fuori è un’ammasso di gente filippina tutta uguale che sbracciava in cerca di parenti ed amici scesi dal mio stesso aereo. Mi fermo e cerco con lo sguardo il mio amico. Vedo uno che c’assomiglia. Sembra lui ma non ne sono sicuro. Sbraccio in modo che lui mi guardi e mi risponde sbracciando. (bello sbracciare per farsi capire) Mi avvio verso la folla di gente e non lo trovo più. Mi guardo attorno e si avvicina. Io già non capivo niente. 

Prenota un taxi e prima di farmi crollare, mi porta al supermarket più vicino per cambiare dei soldi (1€ = 60 Pesos filippini) e mangiare qualcosa.

15000 pesos, per un ammontare di circa 250€

Fatto questo ci rechiamo alla stazione delle corriere. Un piazzale pieno di gente che urla e grida invitandoti a prendere la corriera loro. Li i trasporti non sono pubblici, ma gestiti da privati, quindi cercano di far salire più gente possibile sulle corriere. E noi pur di arrivare a Manila per le 23 saliamo su una corriera piena facendoci 2 ore e più in piedi.

Curiosità: la temperatura esterna durante tutto l’arco della giornata varia dai 25 ai 35°C, mentre quella interna a qualsiasi spazio chiuso (bar, macchina, corriera, bagno, ecc.) varia tra i 16 e i 18°C. 

Potete ben capire che durante il viaggio sono entrato in una fase di ibernazione temporanea.

Arriviamo a Manila. Prendiamo un altro taxi (piuttosto che guidare una macchina da soli è meglio prendere un taxi. Meno sbatti e lasci guidare chi lo sa fare in quel traffico) e arriviamo alla nostra stanza. Il mio amico aveva già prenotato una camera in un “condominio” nella zona ricca della città per la modica cifra di 40€ a notte (giusto per fare capire cosa vuol dire essere ricchi). Vista spaziale sulla città. Siamo al 33° piano, ma ne abbiamo altrettanti sopra la testa. Ci laviamo e per concludere la giornata ed inaugurare questa avventura, andiamo a bere un cocktail nell’attico del palazzo a fianco il nostro, giusto per vedere bene la città di notte.

Una sola parola: MAESTOSA. 

Vengo da Bertiolo e la città più grande che avevo visto dall’alto finora era Milano.

Vedere Manila di notte è stato.. wow. 

Andiamo a dormire. Il giorno dopo mi sveglio già con l’orario locale, pensavo di non riuscirmi ad abituare.

Scendiamo e andiamo a fare una bella colazione come si deve: riso (con aglio), pollo fritto, uovo, coca cola e caffè. Questo mangiano.

Avevo ancora un po’ di fame, quindi abbiamo fatto una seconda colazione (spesa complessiva per una colazione intera circa 2-3€).

Fatto ciò andiamo a lasciare dei bagagli dagli zii del mio amico (che si chiama John e che chiamerò John perché è più facile). Scopro quindi che gli zii sono titolari di uno studio di massaggi terapeutici. John insiste a farmeli fare. Gli zii ridono perché vedendomi così alto hanno paura che non ci stia. Alla fine ci portano nello studio e ci lasciano nelle mani dei loro dipendenti migliori. Effettivamente gli zii avevano ragione e io non ci sto nei lettini per massaggi (in realtà nemmeno nei letti in Italia). Mi sono sentito un po’ un fenomeno da baraccone, ma poi mi sono abituato. Ci hanno fatto un’ora e mezza di massaggi! Una volta uscito mi sono sentito davvero meglio. Pure più giovane. Camminiamo un po’ per il centro storico della città, inizio a mangiare cibo tipico. Inizialmente ho avuto paura per colpa di tutte le raccomandazioni tipo: “non mangiare cose crude che poi ti viene il cagotto” “non mangiare questo che stai male”. Me ne sbatto e… MI PIACE.

Continuiamo a girare per la città. Andiamo a fare un giro nell’acquario della capitale (immenso) e poi in un SUPERmercato (del tipo Cittàfiera – per i friulani – levati che sono 10 volte più grande di te) e poi ci andiamo a rilassare sul lungomare.

Ormai è sera e decidiamo di fermarci a fare aperitivo. Un aperitivo che è un po’ degenerato e nel quale abbiamo bevuto un po’ troppo, John ha preso ed è andato a cantare qualche pezzo con un gruppo che suonava live (lui è davvero bravo). Alla fine dopo aver preso un altro taxi per tornare a casa (non sono così abituato a prenderli, per me è qualcosa davvero di nuovo!), non sappiamo come siamo rientrati in camera. Ma va tutto bene.
Il girono dopo ci svegliamo e ci dirigiamo verso l’aeroporto.

Next destination: El Nido.

Il mio viaggio nelle “Philippines” – part 1

PREMESSA

C’ho messo davvero un sacco di tempo prima di digerire tutto e rendermi conto di cosa ho davvero fatto un anno fa. 

Oggi è quel giorno in cui ho pensato “sono in grado di raccontare quello che ho passato” e lo voglio fare.

In realtà non basterà un post per raccontare tutto quello che è successo, ma intanto è un buon inizio. 

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Ireland Trip

Era il 23 Febbraio quando Corrado, un mio vecchio amico, mi dice “a fine Maggio andrò in Irlanda per una super gara in MTB… se vuoi ti puoi aggregare”.

Ovviamente la mia risposta è stata affermativa e il 24 Maggio siamo partiti. Vi racconterò questa avventura un po’ come un diario (o forse no), anche se meriterebbe essere raccontata come una sceneggiatura cinematografica (cosa che non sono in grado di fare), perché davvero mi è sembrato di essere dentro un film.

23 Maggio 2017. Ore 23:55 Mi butto a dormire.

24 Maggio 2017. Ore 03:00 Suona la sveglia, metto su il caffè e vado a lavarmi la faccia.

Ore 03:45 Ritrovo a casa di Corrado.

Ore 04:00 Partenza per l’aeroporto.

Ore 06:15 Imbarco sull’aereo per Monaco e poi successiva partenza per Dublino.
(la smetto con le ore se no non finisco più).

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Arrivati all’aeroporto di Dublino ci rechiamo al noleggio macchine, e scopriamo questa divertente legge che per poter guidare una macchina noleggiata devi avere almeno 25 anni (oppure spendere più di 700€ per una macchina del ca**o). La nostra fortuna è stata riuscire a convincere la Perry (Giulia Peresson) in questa impresa. Per farla sentire più tranquilla le abbiamo preso una macchina con il cambio automatico, e dopo qualche giorno viaggiava meglio di certi local.

Presa la macchina e stivate le valige e l’enorme bici di Corrado, ci siamo cautamente diretti presso la casa che avevamo prenotato a Wicklow.

Giunti al punto contrassegnato ci mettiamo a cercare la casa senza troppa fortuna. Al che usciamo dalla macchina e iniziamo a girare a piedi. Qualche minuto dopo, un signore li vicino si avvicina e ci chiede “Are you lost?” (vi siete persi?). Con un mio stentato inglese friulanizzato cerco di fargli capire che avevamo prenotato una casa e che non riuscivamo a trovarla. Lui, dopo qualche domanda in più, ci indica la nostra magnifica abitazione. I coinquilini non erano in casa e avremmo dovuto aspettarli fino all’una e mezza. Io ero troppo carico e non riuscendo a stare fermo, mi sono quindi fatto il giro di qualche isolato per dare un occhio alla zona. Uno spettacolo. Mi sentivo come in un sogno. Non mi sembrava affatto reale. Arrivata la proprietaria della casa ci siamo accomodati, abbiamo scaricato le valige e siamo partiti a vedere il paese. Ogni cosa era scenica. Dai mille negozi di barbieri che riempivano il centro agli altrettanti “coffee shop” (non sono quelli di Amsterdam, tranquilli). Dopo un giro al Black Castle, un signore si avvicina e ci dice in un perfetto italiano:”siete italiani? vi ho sentito da lontano”. Sta di fatto che questo signore era un professore nato a Wicklow e che insegnava a Parigi e che oltre all’inglese e al francese conosceva anche benissimo l’italiano e lo spagnolo.

Nemmeno nei film ti fanno cadere una persona del genere in un set!

Ci ha raccontato la storia del paese e consigliato un sacco di posti da poter visitare. Davvero una manna dal cielo.

Il giorno successivo, dopo aver Swaggato (concedetemi il termine) per la cittadina con la bici di Corrado, ci siamo recati presso il luogo della gara (il nome del paesino era Glinealy) per vedere i vari sentieri. I primi due giorni sono stati splendidi come temperature e clima, caldo non troppo afoso e sole a non finire (motivo per cui io e Giulia ci siamo ustionati).

Il nostro 3° giorno irlandese è stato il primo “vero” giorno in Irlanda. Sveglia alle 7 e mezza come al solito e i nostri coinquilini ci dicono:” today is raining, welcome to Ireland”. Insomma dai 27 gradi del giorno prima eravamo passati a 12 gradi con pioggia e vento. Una figata per noi che non dovevamo correre, un po’ meno per Corrado, ma alla fine l’ha portata fuori egregiamente. Io e Giulia, da buoni atleti, ci siamo messi a giocare a Forza 4 (vi rendete conto?! Forza 4!) con una buonissima birra a darci supporto.

Nel primo pomeriggio il nostro rider aveva già finito di allenarsi e per fortuna siamo rientrati alla casa godendoci un po’ di sano “chilling” al calduccio.

E venne domenica, il giorno della gara. L’atleta era un po’ preoccupato per il cambio della sua bici. Si presenta presso lo stand della ditta che li produce e in 10 minuti glielo hanno cambiato gratuitamente, il tutto accompagnato dalle foto che Sven Martin (uno dei migliori fotografi nel campo di MTB) stava scattando in quel momento alla sua bici.

Dopo una lunghissima giornata a rincorrere Corrado e gli altri riders tra i 6 sentieri che si sviluppavano sul dorso della montagna, siamo rincasati e goduti l’ultima notte a Wicklow.

Si perché il giorno seguente, con molta calma, ci siamo recati presso Dublino. Non avevamo prenotato ancora un alloggio per la notte, ma grazie ad Airbnb siamo riusciti a trovarlo (on-line) nel giro di poche ore. Tengo a precisare l’on-line, perché trovarlo nella realtà è stato un po’ più difficile.

Dalle foto era un grande appartamento molto vicino al centro. Ci rechiamo presso l’indirizzo contrassegnato ma troviamo solo una copisteria di pakistani, un edificio in ristrutturazione e un pub. Insomma non sapevamo dove cercare finché non abbiamo visto una piccolissima porta gialla. Era il nostro posto! Aperta la porta, ci trovammo di fronte un lungo corridoio, tetro e quasi che cadeva a pezzi. Salimmo la prima rampa di scale, con le chiavi aprimmo la porta ed entrammo. ERA UNA COSA SPAZIALE! Un loft in pieno centro a Dublino con 2 camere da 4 posti l’una, un soggiorno enorme e vista sulla via principale. Era bellissimo! L’unico problema l’ho subito io la notte perché le finestre della mia camera, che davano sulla strada principale, non erano insonorizzate, per cui le mie ore di sonno sono state 0,003.

La mattina seguente ci avviammo di buon’ora all’aeroporto per concludere il nostro viaggio. E niente. Nelle conclusioni sono sempre pessimo, per cui questa volta la evito proprio.

Questo che vi ho raccontato è solo un riassunto di quanto accaduto in quella settimana. Se vi interessa qualche dettaglio in più, curiosità o qualsiasi altra cosa, basta chiedermelo, scrivendomi o invitandomi a bere una birra. Perché si sà, davanti ad una birra tante cose vengono meglio.

 

Mandi,

Luche.